Sotto la luce della lampada
che non riposa
ho rivisto il tuo volto di carta
stropicciato
dall’inganno di averti ancora
nelle tasche dei pantaloni
o nel portafogli.
Icona dell’assenza
che tutto tace
e tutto lascia correre.
***
Benedici Dio ogni notte
senza una tregua tra la voce
e il respiro – neppure il vento lo ferma –.
Mi fa male questo trambusto:
schiaffi sulle orecchie e baci in volto,
la fiducia in un solo discorso.
Osserva la donna muta – mi costa
troppo la parola – trasfigura l’amore, cambia
il gesto e ritorna. Mistica dell’oggetto
devo mettere ordine: disfare
i capelli e lavare le mani
e poi chiudere gli occhi.
***
Portarsi dentro il cielo
contratto uno sguardo,
– respirare ansia verde –
pulviscolo di pini frantumati
e sentire tutt’intorno
il lascito animale.
Interferenze, muscoli tesi,
un fendente taglia l’aria
e mi apre il cuore in due.
Non ho paura di morire.