Pietro Russo: tre poesie da "A questa vertigine"



Per nome



Mettiamoci d'accordo su questo almeno

non è uguale a se stesso il tempo

c'è tempo e tempo e per ognuno

un nome diverso, anche quello

dove non stiamo insieme si deve battezzare

assieme al tempo mai avuto, che fa male

come quello che non avremo.



***



A passo strabico



Camminavamo con lo strabismo

nel passaggio ("si abita il luogo che si lascia",

solo quello pienamente). Solo che poi

per quali sedimenti la storia

si calcificava nei particolari di un profilo

egizio, la frangia scombinata dal vento

che matura, alla lunga, la distanza.

Non è più il gesto che si accorda alla gamba.

Per uscirne indenni, sarebbe bastato

il respiro trattenuto

come segnale di fumo lasciato al caso:

senza pensarci quindi spiccare il salto...



***



Come avere un cuore in prestito le mani.

Le equazioni del desiderio in scadenza

nei libri, i falsi indizi di marzo. Il trucco

registrare fatti da una storia che non ti appartiene.

Uscire dalle narici, rendere indietro

il soffio non richiesto. Faccio il giro di me stesso.

Mi vedo per una volta intero.