Cosa fai a Milano?
Tu che sei fuggito...
Quante Terese e Bell'Iridi smarrite? Oggi non ci pensi accanto a Rosa
su quei Navigli... sulla Darsena ripulita.
Giochi a fare la guida:
<< Qui lavavano i panni... qui pregava la Merini... >>
I versi di Vittorio sereni?
Senti il suo capo sulla spalla,
il cappotto blu Klein, l
quel viso ancora vede prati dalla finestra,
quasi sperso tra cubi di cemento, guglie e marmi.
Ti senti come nel dopoguerra,
prima di ricostruzioni sussurrandole:
<< Avrei dovuto... sì mah... >>
Ti ricordi di Primo che quasi si gettava
dal Ponte della Ghisolfa.
Non ascolterai l'Enrico e mentre cade
un crepuscolo lombardo
- scherzando su un vecchio poeta -
abbraccerai Rosa tra le ombre delle case.
***
Sarà stato l'anno degli Europei,
quelli dell'ottantaquattro...
Le Roy, la Thatcher, Reagan,
Ritorno al futuro guardato
sgranando gli occhi.
Da mesi aspettavate il mare: Lignano... i braccioli... colori
diversi dai campi nebbiosi
e Giggino canticchiando:
<< Portami a ballare oppure altrove,
ma portami via da qui... >>
Chissà se si immaginava così oggi?
Ora tutta fuliggine
immaginata dietro i vetri
di un locale finto anni Cinquanta:
<< Sunday, Monday, Happy Days.>>
Pattinano giovani polpacci in quel tempo
mai stato tuo: chi porteresti lì?
Elemosini un lavorà ma fuori la fila
e domani una grandinata nasconderà tutto...
diranno un'altra estate anomala,
un bacio mai arrivato.
***
Non credere amore che non senta
il tuo dolore mentre ti fiacca la carne,
quando pensi ai ricordi del passato,
alla paura di dire: << Felice. >>
Ho visto le tue lacrime scorrere sulle
gote, le ho baciate per asciugare
le ferite della tua anima, i crampi
nello stomaco, il timore del futuro.
Non credere che non scorrano lacrime
sulla mia pelle quando penso ai tuoi
occhi non più di bambina:
lo sguardo che ha perso il sorriso
al primo sole fuori dalla finestra.
La mia mano sarà sempre lì a scaldare
le tue dita, stringere i polsi tremanti
quando sentirai scendere la sera
e penserai che domani la brina
possa svolgere tutto.
Non credere amore che non senta
il tuo dolore mentre ti fiacca la carne,
quando pensi ai ricordi del passato,
alla paura di dire: << Felice. >>
Ho visto le tue lacrime scorrere sulle
gote, le ho baciate per asciugare
le ferite della tua anima, i crampi
nello stomaco, il timore del futuro.
Non credere che non scorrano lacrime
sulla mia pelle quando penso ai tuoi
occhi non più di bambina:
lo sguardo che ha perso il sorriso
al primo sole fuori dalla finestra.
La mia mano sarà sempre lì a scaldare
le tue dita, stringere i polsi tremanti
quando sentirai scendere la sera
e penserai che domani la brina
possa avvolgere tutto.