Franco Loi: tre poesie da "Lader de Diu" (Quando Dio canta)



Le poesie originali sono in dialetto milanese. Per comodità, qui si riporta la traduzione in italiano.



Se mi addormento in me mi viene paura,

è come perdere la vista, chiudere un portone,

trovarsi di notte per una salita buia

dov'è l'ombra che io ero non ha più luce...

E dove sono? Quale aria mi ha mosso?

Più cammino e più mi gira la testa,

non sono più io ma un altro che dietro il muro

cerca Dio e lui si tiene nascosto,

forse scappato dietro di me dove c'è buio.




***




Si scivola su delle pietre che fanno paura

e non troviamo più la strada per tornare

- come oscuro il fogliame che matura a stento!

Che nebbia è la luce del nostro pensare! -

Camminiamo come ubriachi nella notte più tetra

e facciamo fatica a camminare, toccare...

Mi piacerebbe un giorno sognare la sera

una luce che canta e che fa cantare,

essere simile alla luce d'un'anima che vera

ti fa la vita senza mai logorarla...




***




Nel ventre della vita Dio ti fruga.

Come chiamarla questa spina che crea rose?

È come un principio, una fine, un'inquietudine,

una vespa che ti punge e t'invoca,

e tu, come i sordi e gli orbi, non rispondi.

Io Dio non so chi è, non so niente di lui...

... È come una voce di voce che parla dentro

E chiama dentro un corpo al nulla di lui.