Philippe Jaccottet: tre poesie e mezza da "Il barbagianni, l'ignorante"

 






Agrigento

1 gennaio


Sopra la piazza e i suoi rari bersagli,
cerchiamo il punto da cui si vede il mare,
o si vedrebbe con il tempo chiaro
- Viaggiammo per la dolcezza dell'aria,
per scordare la morte, per il Toson d'oro...
ma non basta: restiamo sulla soglia,
e non servono queste parole affrettate,
né questo stesso oblio, presto scordato...-
Pioviggina. Lo sai, si cambia d'anno,
ma non muta il rimpianto, la condanna:
anche in Sicilia accetteremo sulle mani
le mille spine di pioggia... Fino a domani.



***



I


E ridiscenderò le vie del giorno
con la paura d'essermi lasciato
qualcosa dietro. Mi capirai? Non posso
perdere nulla: non vorrei invecchiare,
ma solo maturare dentro gli anni 

(Dice che questo è un vivere da avaro,
che non crede a un amore che non sperpera...)

Così andrò solo dentro questa bruma,
sempre più avanti lungo il molo stretto
in bilico tra i gabbiani e la schiuma.


II


Pari alla neve che al risveglio è sciolta
potrei dire il mio amore stamattina.
Pure, se scendo al fondo del mio sonno,
ti scopro in me di nuovo, prima lacrima.



***



XIII


Di questa domenica un solo istante ci ha raggiunti,
quando la nostra febbre si è placata, e i venti:
e sotto le luci di strade le cetonie
si accendono, poi si spengono. Luminarie, diresti,
lontane in un parco, forse per la tua festa...
Anch'io avevo creduto in te, anch'io bruciavo
della tua luce, che poi mi ha lasciato. Il loro guscio
scricchiola secco mentre cade nella polvere. Altri salgono,
altri s'infiammano, e io sono rimasto nell'ombra.