Ida Vallerugo: Tre poesie da "Stanza di confine"





Qui ho vissuto


Qui ho vissuto. Nessuno specchio rimanda il volto.
Qui si perdono i viaggiatori che s'inoltrano.

Non è detto che qui faccia giorno.
Qui il silenzio è la cicala sul petto.

Ma quando in questo silenzio io sento una voce,
per un attimo è sempre quella voce.



***



La notizia


Correvo in sogno.
Portavo alla città in attesa la notizia della battaglia.
Io correvo nel petto di tutti.

Improvvisa la caduta. Lo smarrimento.
"Basta un respiro" mi dice l'ombra radiosa
china su di me, familiare. "Va' ora."

Non ricordo se abbiamo vinto o perso.

"È questa la notizia da portare."




***



Chi può dire che niente torna?


Mi vieni in mente tu, Ramon,
ragazzo dagli occhi buoni, scintillanti, che t'incanti
a una nota che nessuno spartito riporta
e stai così, a invisibili sbarre, nella tua sfera

cristallo          gettato qui

nell'ultima periferia dell'impero dove si perdono
i taxi gialli della realtà, e anche le madri.

Che ne sanno gli spartiti della nota che non c'è ancora?
E chi può dire che niente torna
anche quel fiume in noi perduto che gira a spirale

in cerca dell'uscita e mai che affiori un attimo a dire
che è vero quel suono di acque

al confine del sonno           lontane.