La prima volta che lessi Il prato bianco (Einaudi) di Francesco Scarabicchi ricordo che rimasi molto colpito da 4 o 5 poesie, ma nulla più. Successivamente, grazie a un confronto con la cara Annalisa Ciampalini, decisi di non abbandonare la barca e leggere le altre due opere che si riescono a recuperare di questo poeta: Il cancello (Pequod) e L'esperienza della neve (Donzelli).
M'innamorai inaspettatamente della scrittura di Scarabicchi, della sua costante delicatezza, di uno sguardo quasi sempre pacato, che arriva al centro esatto delle cose.
In questi giorni sto rileggendo Il prato bianco, ed ha tutto un nuovo sapore.